Tutti quanti sentendo parlare di compressore pensiamo subito a quel piccolo apparecchio che vediamo sugli scaffali dei grandi centri di attrezzi per il fai da te o che abbiamo visto nel garage di qualche amico.
In realtà quella è la versione più semplificata e alla portata di tutti di un attrezzo che nell’industria riveste un ruolo molto importante.
Infatti accanto alla tradizionale figura del compressore per uso domestico si affianca quella del
compressore per uso industriale. Come si può immaginare le dimensioni, i costi e le potenzialità sono molto diverse. Tra i primi e i secondi possiamo collocare alcuni tipi di compressori usati dai gommisti che per dimensioni e potenza sono superiori a quelli domestici ma non raggiungono di certo quelli dei compressori industriali.
Tipologie di compressori industriali
Di questi ultimi ne esistono di diverse tipologie ognuna delle quali più adatta a uno specifico uso. Si passa dai compressori d’aria oil-free a quelli lubrificati a olio, da quelli a media pressione a quelli che generano un’alta pressione. Poi possiamo trovare i generatori di potenza, quelli di vapore e/o di azoto.
Ma per esempio, quale è la differenza tra le soluzioni oil-free e quelli lubrificati a olio?
Rispetto ai tradizionali compressori lubrificati a olio quelli dove l’aria prodotta è priva di olio hanno il vantaggio di eliminare il rischio di contaminazione nel prodotto finale e di ridurre i costi di esercizio dell’aria compressa e non da ultimo i costi di manutenzione.
Le diverse forme di alimentazione
Le tecnologie energetiche utilizzate nei condizionatori industriali sostanzialmente sono due: quelli alimentati elettricamente e quelli a diesel.
Se si dispone di alimentazione elettrica, quindi tipicamente in un capannone o in zone fornite di rete elettrica per uso industriale, un compressore elettrico è sicuramente consigliabile in quanto più silenzioso, richiede meno manutenzione e non necessita di rabbocco di carburante. Non essendovi fumi di scarico inoltre consente un notevole vantaggio sia per l’impianto di produzione che per l’ambiente.
Quelli diesel invece vengono maggiormente impiegati in zone impervie magari in cantieri per la costruzione di nuove arterie di comunicazione.
I principali impieghi
Per quanto riguarda il loro utilizzo forse la maggiore differenza riguarda la pressione che sono in grado di sviluppare.
Quelli a bassa pressione, cioè fino a 4 bar, si utilizzano per i sistemi di aerazione e quelli di convogliamento pneumatico.
I compressori industriali a media pressione, che vanno da 4 a 12 bar, si usano per le tubazioni, per la raffinazione, nell’industria tessile e in quella cartacea.
Infine quelli a alta pressione ossia con 13 o più bar vengono impiegati per l’onshore, la perforazione, nelle miniere e per le opere di costruzione.
Dato il loro elevato costo vi sono diverse ditte che offrono la possibilità di affittare ognuna di queste soluzioni permettendo così di poterne sfruttare le potenzialità solo per il lavoro che si deve portare a termine senza sobbarcarsi i costi di acquisto e di manutenzione. Un mondo tutto da scoprire quindi, ma non per chi deve solo gonfiare uno pneumatico…