Legge italiana sulla cannabis CBD: cosa c’è da sapere

qual è la legge sul cbd

La legge numero 242 del 2016 ha definitivamente legalizzato la vendita della cosiddetta Cannabis light (nota anche come Cannabis CBD) nel nostro paese.

Vediamo quindi insieme quali sono i punti fondamentali della legge attuale in Italia sulla Cannabis CBD, in modo da fare chiarezza su aspetti che per molti risultano ancora sconosciuti o non del tutto chiari.

Innanzitutto, la regola fondamentale per la vendita e per l’acquisto di Cannabis è che questa è consentita se possiede THC (principio attivo chiamato Tetracannabinolo) compreso tra lo 0,2% e lo 0,6%.

Ma facciamo un passo indietro e specifichiamo cosa si intende quando si parla di THC.

 

Cannabidiolo e Tetracannabinolo: differenze tra i due principi attivi

 

Il Cannabidiolo (CBD) e il Tetracannabinolo (THC) sono due principi attivi presenti nella Cannabis e si differenziano per ragioni alquanto elementari.

Il THC, a differenza del CBD, è un principio attivo che provoca effetti psicotropi (tipici della marijuana), ed è quindi considerato dall’Unione Europea uno stupefacente. Per questo è consentito solo il consumo di Cannabis che abbia percentuali limitate di detto principio attivo.

Il CBD, invece, pur essendo a sua volta un principio attivo della Cannabis, non è in alcun modo indicato come stupefacente. Al contrario, è scientificamente provato che il Cannabidiolo apporti notevoli benefici per la salute di una persona, oltre ad eliminare ogni conseguenza del THC nel caso in cui le percentuali di CBD presenti nella Cannabis fossero superiori rispetto a quelle di Tetracannabinolo.

 

La legge attuale in Italia 

 

La legge n. 242 del 2016, entrata in vigore il 14 gennaio 2017, disciplina e fornisce indicazioni circa la coltivazione e la vendita della Cannabis.

In linea generale, essendo considerata la Cannabis uno stupefacente, la legge sopra citata ha precisato che il commercio dei prodotti a base di questa pianta è legale (quindi è assolutamente consentito sia l’acquisto che la vendita) se la percentuale di Tetracannabinolo è inferiore a 0,2% e, in ogni caso, sia minore rispetto al limite di tolleranza dello 0,6%. Non sono invece indicati limiti al Cannabidiolo, proprio grazie ai suoi effetti benefici e non psicotropi, ragione per cui è considerato legale nel nostro paese.

La legge del 2016 prevede, altresì, a quali utilizzi può essere destinata la Cannabis coltivata. In particolare, essa non consente il consumo della Cannabis cosiddetta in purezza (il classico spinello), bensì di semilavorati che derivano dalla canapa. Detta legge ha così incentivato l’utilizzazione di tale sostanza per scopi differenti, quali quelli alimentari, per la produzione di materie biodegradabili, per finalità cosmetiche e per semilavorati innovativi.

Posto quanto sopra e come abbiamo già ampiamente precisato, il Cannabidiolo in Italia è assolutamente legale. Ciò nonostante, la legge del 2016 non precisa con esattezza cosa può fare l’acquirente una volta che sia entrato in possesso del proprio prodotto.

Per questo motivo, onde evitare di incorrere in spiacevoli sanzioni, è sempre bene non buttare le fatture relative all’acquisto, ed eventualmente portarle con sé al di fuori della propria abitazione privata.

Fermo quindi che è consentita sia la vendita che l’acquisto di Cannabis CBD, e di conseguenza potrà essere sia ingerita che fumata, è importante non dimenticare di prestare la giusta attenzione, ovverosia non dimenticare di conservare la documentazione relativa al prodotto.

 

Perché è stato reso legale l’uso di Cannabis CBD?

 

Innanzitutto la Cannabis CBD, oltre ad avere un effetto rilassante (quindi fondamentale per alleviare sensazioni di ansia e di stress), è utile in caso di dolore e di disturbi alimentari (è in grado di sollecitare l’appetito). Non solo: possiede proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, capaci di apportare grandi benefici alla salute di una persona.

Per tali ragioni il consumo di prodotti che derivano dalla canapa, sebbene con determinate limitazioni, è stato legalizzato con legge del 2016.

Questione a parte riguarda invece la Cannabis ad uso terapeutico, legale già dal 2006 ed utilizzata per far fronte al dolore cronico e a patologie particolari, quali ad esempio lesioni del midollo, sclerosi multipla, cancro e relative terapie, ecc.