Il tema della sostenibilità è stato finalmente riconosciuto come priorità all’interno della società, dopo un periodo di sovrapproduzione che non teneva affatto conto dell’ambiente, dell’inquinamento e dello sfruttamento delle risorse.
Con il passare del tempo ci si è resi conto che, continuando su questa strada, la catastrofe mondiale a livello ambientale sarebbe stata certa, pertanto sono nati movimenti interessanti in ogni ambito.
È il caso del movimento attivista Who made my clothes?, che per primo si è posto una domanda semplice quanto essenziale: come sono prodotti gli abiti e gli accessori che indosso? A discapito di cosa compio ogni giorno i miei acquisti?
Nell’ultimo periodo sembra che molti brand internazionali abbiano compreso la situazione e avviato una svolta green, apportando diversi cambiamenti nella loro catena di produzione.
Riciclo dei materiali per la realizzazione di capi e accessori
In cima alla lista dei brand maggiormente sostenibili troviamo quelli che hanno elaborato strategie di riciclo per realizzare i propri tessuti.
È il caso di Patagonia, un marchio leader nel settore dell’abbigliamento, che usa bottiglie di plastica per creare il suo morbidissimo pile, riducendo di molto la richiesta di petrolio.
Il nylon che riveste le ottime giacche sportive è riciclato, resistente e durevole nel tempo, in grado di soddisfare i clienti e allo stesso tempo avere un impatto minore sull’ambiente.
Questo è solo un esempio, in quanto sono moltissime le aziende che propongono capi in tessuti naturali e riciclati, cercando di sensibilizzare gli acquirenti con interessanti campagne.
Riduzione del packaging e controllo della logistica
Alcuni brand, soprattutto quelli che operano maggiormente nel settore della vendita online, propongono al cliente di ricevere i capi all’interno di scatole riciclate e riutilizzate, evitando così la sovrapproduzione di packaging che porta allo spreco di molta carta e plastica.
Allo stesso modo, il sistema della logistica viene ottimizzato per assicurare un minore consumo di carburante e limitare la circolazione dei mezzi su strada, magari accorpando le consegne e dilatando i tempi.
Promozione di campagne di sensibilizzazione
Imprese come 40cean hanno avviato delle importanti campagne di sensibilizzazione per incentivare i clienti al riciclo e al rispetto dell’ambiente, promuovendo attività educative per grandi e piccoli.
Il tema del rispetto del pianeta deve infatti essere trattato sin dall’infanzia per favorire un reale cambiamento, partendo dai cittadini per arrivare alle grandi multinazionali.
Gli stessi dipendenti sono soggetti a corsi di formazione e a un maggiore controllo, per rendere gli ambienti di lavoro più produttivi e idonei al benessere delle persone.
Maggiore attenzione alle condizioni di lavoro dei dipendenti
La moda sostenibile è attenta alle condizioni dei lavoratori e impedisce che si creino degli ambienti malsani, pericolosi per la salute e soggetti a sfruttamento.
Nel corso degli anni sono infatti emerse le condizioni pessime di alcuni stabilimenti, con danni fisici e mentali per coloro che hanno operato all’interno.
Il nuovo concetto di lavoro prevede che il benessere del dipendente non venga subordinato alla produttività, facendo viaggiare parallelamente le due idee.
Quali sono i marchi maggiormente sostenibili?
Oltre al citato Patagonia, tra i marchi maggiormente sostenibili inseriamo Timberland, che si è impegnato a piantare 50 milioni di alberi tramite la campagna Plant the Change.
Inoltre, le suole delle scarpe sono realizzate al 75% con canna da zucchero, mentre la fodera delle giacche al 50% con la plastica riciclata.
Il medesimo impegno per l’ambiente è stato messo da Stella McCartney, che da anni promuove l’uso di pelle e pellicce ecologiche, sostituendo quelle vere con materiali altrettanto gradevoli al tatto e alla vista, senza per questo incentivare l’uccisione e il maltrattamento degli animali.
Lo scorso anno è stata infatti lanciata una linea realizzata in pelle di funghi, insieme a quella delle scarpe create con scarti industriali.