Negli ultimi anni la Formula 1 è diventata un laboratorio per testare le ultime tecnologie che nei prossimi anni debutteranno sulle autovetture di tutti i giorni sacrificando un po’ di spettacolo in nome del progresso, dell’energia pulita e della prestazione pura con minor consumo di carburante.
F1, dai motori V10 alla necessità di rallentare le auto
La F1 negli ultimi 20 anni ha conosciuto un cambio epocale sia a livello regolamentare sia a livello tecnico. Negli ultimi anni ’90 e nei primi 2000 le vetture, spinte da motori aspirati V10, erano diventate eccezionalmente veloci grazie anche alla filosofia dell’epoca che voleva mezzi leggeri, reattivi e velocissimi soprattutto in curva. Quest’ultimo fattore venne visto con preoccupazione della Federazione Internazionale dell’Automobile, la Fia, e portò alla nascita delle gomme scanalate nel tentativo di ridurre le velocità.
F1, il debutto del Kers
La concorrenza che animò la F1 in quegli anni tra i due produttori di gomme, Michelin e Brigdestone, portò alla realizzazione di coperture così performanti da annullare lo scarto dato dalle scanaltature. Si decise quindi per la riduzione del numero dei cilindri nei motori, passati da 10 a 8.
Nel 2009 ci fu la prima rivoluzione della F1 moderna: le nuove auto tornarono ad avere gomme lisce ed ebbero una decisa riduzione nelle dimensioni delle ali nel tentativo di renderle meno efficienti favorendo allo stesso tempo i sorpassi.
Sopratutto si decise per la prima volta di adottare un sistema di recupero dell’energia, chiamato Kers, che prevedeva l’accumulo attraverso la frenata di una carica elettrica accumulata in batterie montate all’interno della vettura, carica da sprigionare a discrezione del pilota durante il giro sotto forma di spinta supplementare.
F1, l’era delle Power Unit
Nel 2010 il Kers venne abolito ma si tolsero altre appendici aerodinamiche per agevolare i sorpassi e si decise per il divieto di rifornimento in gara. Il Kers tornerà nella stagione 2011 e divenne una costante fino alla stagione 2014, l’anno zero sia per la F1 sia per milioni di appassionati in tutto il mondo che dovettero imparare a convivere con un nuovo termine: “Power Unit”.
I vecchi motori aspirati 2.4 V8 vennero sostituiti da un sistema particolare e molto complesso formato da un motore termico turbo sei cilindri a V 1.6 di cilindrata e da un sistema di recupero dell’energia elettrica combinato che prevede l’uso di un dispositivo chiamato MGU-K che di fatto è il vecchio Kers e l’MGU-H, un sistema di recupero del calore posto vicino al Turbo.
Come funzionano MGU-H e MGU-K
L’MGU-H è studiato per spingere il Turbo anche alle basse velocità compensando il minore getto di carburante, quindi non si collega alla trasmissione a differenza di quanto non faccia l’MGU-K che scarica 162 cavalli di potenza in aggiunta ai 600 del motore termico. Infine una centralina gestisce la durata massima di attività del sistema di propulsione elettrico che è di 33,3 secondi al giro.
Così come in passato, anche il nuovo sistema cinetico prende energia dalle frenate immagazzinando corrente in apposite batterie. Per finire il regolamento impone che ogni vettura consumi 100 chili di carburante ogni ora, quantitativo misurato dalla Federazione.
La spaccatura tra i nostalgici del vecchio e gli amanti del nuovo
Questo sistema ha creato una spaccatura nel mondo degli appassionati di F1. La sua oggettiva complessità ha spinto coloro meno esperti di tecnica e più alla ricerca di emozioni in pista ad allontanarsi da questo sport anche a causa di un fattore da non sottovalutare a livello emozionale come la decisa riduzione del rumore delle vetture. Una volta questo era squillante ed intenso, ora è cupo e basso come nella tradizione delle vetture turbo. Altri appassionati hanno invece deciso di seguire con più interesse l’evoluzione tecnica di questo sport affascinati soprattutto dalle implicazioni future.
F1, uno sguardo al futuro
La tecnologia “Power Unit”, sviluppata da Mercedes e Renault, ha trovato l’interesse di Ferrari che grazie all’appoggio di FCA sta cercando di recuperare rispetto ai tedeschi maestri nella messa a punto di questo sistema ed il coinvolgimento di Honda rientrata nel circus dopo averlo abbandonato al termine della stagione 2008 in quanto interessata ad approfondire il tema del risparmio energetico senza intaccare le prestazioni della vettura.
Si perché la cosa più stupefacente delle Power Unit è che riescono ad erogare la stessa potenza dei motori V8 aspirati consumando il 35 per cento di carburante in meno. La F1 si conferma così all’avanguardia della tecnica in attesa della rivoluzione regolamentare del 2017.